La nostra storia comincia negli anni ‘84 – ‘85 nelle sedi del Liceo Volta di Colle Val D’Elsa. Quando durante le assemblee di istituto, era consuetudine organizzare dei veri e propri concerti di rock. Ma prima di parlare di tutto questo, dobbiamo necessariamente fare un salto a qualche km di distanza.
In quegli anni è notoriamente risaputo che tra Firenze e Bologna c’era un certo fermento intorno a questo genere di musica. Allora le band che circolavano in giro cominciavano ad avere un discreto seguito. Parliamo dei Litfiba, Diaframma, Neon.
Tutti esponenti della new wave fiorentina che influenzò non poco anche la scena di Colle. Come poi la faccenda fece crescere il seme del rock anche in terra di Val d’Elsa, ve lo raccontiamo in questo articolo.
Paolo Grassini, batterista dei Funhouse
Qualche tempo fa abbiamo incontrato il batterista dei Funhouse, una delle band coinvolte nella scena dell’epoca che ci ha fatto fare letteralmente un viaggio nel tempo. In quegli anni, in un piccolo paese di provincia, questi gruppi faticavano non poco ad “uscire dal garage” come racconta appunto Paolo Grassini che abbiamo intervistato per questo articolo.
“Il nostro genere musicale non era troppo ben visto, non socialmente accettato, e poi si faceva fatica all’inizio a trovare dei posti per fare le prove. Spesso si stava nel garage di casa con immensa gioia dei vicini” .
Il Liceo Volta non era che l’inizio, a quel tempo cominciavano a circolare le prime fanzine su cui si raccontava la musica delle band. Sulle pagine di “Butan Gas” e “Trippa Shake” si poteva scoprire tutto ciò che c’era da sapere sull’ambiente underground dell’epoca. Insomma, stava accadendo qualcosa di davvero straordinario che ancora oggi rimane nella storia della musica punk rock ed è oggetto di fascino per le nuove generazioni. Si stava facendo una rivoluzione.
Se parliamo di Colle Val D’Elsa viene naturale fare il nome di Carlo Spinelli, in arte Garrincha.
Per molti anni fu il fulcro dell’organizzazione eventi nel borgo toscano. Non solo al Sonar, storico locale e punto di riferimento di quella zona, ma anche collaborando all’organizzazione dei primi concerti alla piscina Olimpia. Senza dimenticare in seguito i numerosi live tenuti alla festa dell’Unità di Badia.
Dietro alle fanzine, ai concerti e al Sonar, c’era l’associazione Fabulous Macelleria Ettore (No, non era una macelleria). Ad un certo punto di questa storia, in Val d’Elsa accade qualcosa di straordinario.
La Folie diventa un altro dei luoghi di aggregazione dei ragazzi del tempo. Semplicemente perché un negozio di dischi del genere poteva trovarsi solo nelle grandi città, come ad esempio Contempo Records a Firenze.
Ebbene, a quel tempo, rappresenta davvero la svolta, non solo per il vasto catalogo di dischi quasi introvabili altrove, ma soprattutto perché il sacro fuoco del rock cominciava a diventare incontenibile.
“Il nostro primo risultato importante arrivò con la vittoria del rock contest al Tenax” – Continua Paolo – “Eravamo dei ragazzi di provincia appena usciti dal garage, avevamo cominciato a suonare con una batteria fatta con i fustini ed avevamo un registratore a cassette. Il nostro primo brano fu una cover degli X, il brano era ‘Nausea’. Poi cominciammo a scrivere pezzi nostri ma sempre in modo molto semplice, non ricordavamo neanche i titoli, alle prove erano la uno, la tre, la quattro ecc… chissà come mai mancava sempre la due” – Ride –
Il primo vero concerto dei Funhouse si tenne in un parcheggio.
Paolo Grassini aveva appena comprato la batteria, ma non fu un’esperienza troppo felice. Questo non scoraggiò i ragazzi allora appena adolescenti che continuarono a provare e a suonare, anche facendosi aiutare dalle band un po’ più “inserite”. Perciò dopo la vittoria al Tenax si aprirono non solo altre strade ma anche altri spazi per poter suonare e provare i pezzi.
Allora i Funhouse erano Paolo Grassini alla batteria, Maurizio Sammicheli detto il Pise alla chitarra, Fabio Pazzagli detto Filo al basso e Engels Begani alla voce. Avevano persino un’etichetta che li aiutava nella distribuzione e nella produzione: la Electric Eye di Claudio Sorge. Altre band della scena del momento erano i Wilderness e i Symbiosi (per la Vitriol Record) che videro tra i fondatori anche Alessandro Grassini il fratello di Paolo.
“Allora cominciavamo ad ottenere, non si sa come, delle stanze concesse dal comune per fare le nostre prove. Ad esempio sotto la Piscina Olimpia c’era questo spazio, quasi un magazzino che noi utilizzavamo e che avevamo adattato a sala prove. Ricordo anche di uno stabile che ci avevano concesso e che ben presto era diventato un via vai di persone che lo usavano come punto di ritrovo, un giorno trovai persino un tipo che non sapendo dove andare si era fermato a dormire li”
Colle Val d’Elsa cominciava ad essere chiamata la Seattle d’Italia.
Tutto questo fermento finì per attirare l’attenzione anche di agenzie che gestivano concerti di un certo livello. Poco dopo purtroppo Colle passò alla storia per essere stata la città che mancò per un pelo i Nirvana. Allora, la Subway production in cui militava Daniela Giombini aveva organizzato una delle date del gruppo di Seattle che con Nevermind stava letteralmente conquistando grosse fette di pubblico anche oltre oceano.
Ad un certo punto però, con locandine già stampate e affissioni, a soli tre giorni dall’evento partì dal circolo Arci un secco no!
“Noi eravamo ‘quelli ‘Ddi Rock’ che avevano cominciato a guardarci storto perché questi concerti portavano un tipo di pubblico particolarmente vivace, non era facile da comprendere e allora misero i bastoni tra le ruote ai Nirvana”
La Subway aveva chiuso la data dei Nirvana per un milione e duecentomila lire. Stessa sorte, anche se per motivi differenti toccò ai Soundgarden, ingaggiati per circa quattro milioni. All’ultimo momento la band non riuscì a salire sul palco a causa di una colica del batterista.
Cosa accadde dopo? Accadde che le grandi major avevano già cominciato a buttare l’occhio su quel tipo di musica e alcuni gruppi che ebbero la fortuna di trovare quella strada, riuscirono a prendere il volo per il grande successo. Ad esempio i Timoria e i Negrita. Quello di Colle fu davvero un glorioso passato iniziato oltre quarant’anni fa e che purtroppo malgrado l’impegno e la volontà di molte persone, finì nella morsa del main stream.
La fine dell’avventura Funhouse
Anche l’avventura dei nostri Funhouse che ci hanno permesso di prendere spunto per raccontare questa storia, finì in modo naturale senza nessun litigio o motivo particolare. Semplicemente le cose andarono così. Si ritrovano ancora una volta per una reunion nel 2012 per la compilation Trippa Shake rimanendo poi nella storia del rock underground anni ‘80 insieme agli altri gruppi dell’epoca.
“Allora ci stavo male quando la band smise di suonare, perché mi sembrava di aver perso uno spazio in cui potevamo dire la nostra. Poi ci siamo ritrovati anni dopo per una reunion, ci abbiamo anche provato, ma poi (sorridendo) abbiamo capito che ci siamo un po’ ‘imbolsiti’ doveva andare così”
Vogliamo concludere questo articolo con una citazione. Questa storia, la nostra storia, segna “un passato abbastanza grande da meritare un impegno anche per il futuro: Make Valdelsa Underground Again, verrebbe da dire, parafrasando un noto slogan. Perchè con la cultura non si mangia, ma si vive.”
Ringraziamo di cuore Paolo Grassini (Funhouse) per aver collaborato con noi ed averci raccontato la sua storia.
Fonti:
https://centomodipermorire.wordpress.com/tag/funhouse/
https://www.valdelsa.net/notizia/la-scena-rock-underground-degli-anni–80-in-val-d-elsa-le-fanzine-i-dischi-i-concerti
https://blackmilktemporary.wordpress.com/tag/colle-val-delsa/
https://primailchianti.it/cronaca/quarantanni-di-vero-rock-underground-il-racconto-del-noto-produttore-e-promotore-carlo-spinelli/
https://sienafree.it/71405-cera-una-volta-il-rock-in-val-delsa